Per la prima volta la Nazionale di rugby sbarca sotto la Mole, a 98 anni dalla prima partita di rugby disputata in Italia, proprio a Torino, quando si affrontarono il Racing Parigi e il Servette di Ginevra. Erano già passati 87 anni dalla prima meta segnata da Williams Ellis nel college inglese della cittadina di Rugby. La partita non suscitò grande entusiasmo, ma fu sufficiente per interessare un gruppo di pionieri che fondarono nello stesso anno la prima società rugbystica italiana: il Rugby Torino.
Ma fu solo nel 1946/47 che arrivò l'agognato tricolore per merito della Ginnastica Torino, la prima società sportiva italiana. Torino ebbe solo un'altra occasione per vincere lo scudetto quando, nel campionato 1956/57, perse di misura con il Parma. Il Torino Rugby, con il nome dello sponsor Ambrosetti, è stata infine l'ultima squadra cittadina che, sul finire degli anni '70, è riuscita a gareggiare nel massimo campionato italiano. Erano gli anni in cui i ragazzi del Cus passavano nei licei torinesi per fare proseliti, anche tra i più mingherlini, esentati dalla mischia e candidati al ruolo di mediano d'apertura. Da lì in poi, il buio.
Oggi il rugby a Torino sta nuovamente vivendo un momento di fermento. Pur avendo perso lo storico impianto del Motovelodromo in corso Casale, grazie alla Provincia è stato inaugurato un nuovo impianto totalmente dedicato alla palla ovale ed intitolato al capitano della squadra universitaria torinese e nazionale: Angelo Albonico. Il centro è affidato dal 2005 in gestione al Cus Torino che ha ottenuto dalla Federugby il riconoscimento della sua scuola. L'impianto di Grugliasco in questi giorni ospita gli allenamenti della Nazionale del ct Nick Mallet, in vista della sfida ai Pumas di sabato. 500 ragazzi delle scuole hanno sostenuto i lavori in corso di capitan Parisse e compagni.
"Non mi aspettavo un'accoglienza così calorosa - così il pilone azzurro di origini argentine Carlos Nieto -. Siamo orgogliosi che il calcio si faccia da parte per dare visibilità al nostro sport". Si unisce al coro il suo compagno di Nazionale, nonché suo capitano nel club inglese di Gloucester, la seconda linea Marco Bortolami: "L'affetto dimostrato dai torinesi è una bellissima scoperta. Dopo la sconfitta rimediata nel finale del recente test-match di Padova contro l'Australia, l'impresa di battere l'Argentina è possibile".
Performance, determinazione, affidabilità e spirito di squadra. Quattro parole d'ordine, addirittura tatuate sul pullman degli azzurri, per sintetizzare i valori di uno sport che ha molto da insegnare al calcio. Nel rugby non è praticata la simulazione, nel calcio sì e viene spesso premiata. Nel rugby l'arbitro è il rappresentante di Dio in campo: non esistono quasi le proteste, nel calcio eccome. Nel rugby il terzo tempo è una pratica comune, non uno scimmiottamento recitato più o meno bene. Perché per dirla come lo scrittore Henry Blaha: il rugby è uno sport bestiale giocato da gentiluomini, il calcio è uno sport da gentiluomini giocato da bestie.
In occasione del match, Palazzo Cisterna (Via Maria Vittoria 12) ospita la mostra "Il rugby a Torino: immagini di sport, storia e costume", organizzata da Cus Torino, Provincia e Amici del Rugby. Un'esposizione di foto storiche, ritagli di giornale e documenti di vario genere che ripercorrono 96 anni di storia della palla ovale sotto la Mole.
Tra i reperti più interessanti, un articolo allegato alla Gazzetta del Popolo del marzo 1910 che riporta la cronaca della prima partita di rugby disputata in Italia. "La mostra è un album fotografico che parte dagli Anni Trenta per arrivare fino agli Anni Settanta - spiega Mirio Da Roit, curatore dell'esposizione -. Gli scatti immortalano le sette società più importanti della scena torinese: Rugby Torino, Michelin, Guf (Gruppo universitario fascista), Tacu Boys, Ginnastica Torino, Ambrosetti e Cus Torino".
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