Forse è colpa della brezza primaverile che ispirerebbe piuttosto effusioni sui plaid o scampagnate condite da acciughe al verde e barbera, o forse dell’aria di pacifismo che si preferirebbe respirare dopo le ultime risoluzioni Onu, fattostà che i gialloviola dimenticano l’aggressività negli spogliatoi e a nulla valgono gli sforzi del Ris di Parma, non c’è traccia di un po’ di grinta da nessuna parte. E dire che dopo sei minuti è l’Isana che potrebbe passare in vantaggio con un calcio che non centra i pali, ma è fuoco di paglia, da lì in poi è tutto un monologo del Santorre che al 10’ getta al vento la segnatura per un in-avanti sulla linea di meta, ma nella mischia successiva vince la spinta, ruba il pallone e riparte per segnare i primi 5 punti. Il biglietto da visita non è dei migliori: le mischie sono quasi tutte vinte dagli ospiti, gli ingaggi sono molli come pongo, sui punti di impatto si arriva con la schiena rigida come al gran ballo delle debuttanti, ovvio che qualcosa non quadri. Le touche invece sono brutte, ma con spirito bipartisan. Si capisce che è una di quelle giornate in cui il collettivo fa fatica a girare, diceva Marx, ed è meglio sperare nell’estro dei singoli. Evidentemente nessuno si è preoccupato di consultare l’oroscopo di Branko, altrimenti si sarebbe capito subito, da tutti i piccoli dettagli, che sarebbe stato più opportuno stendere al sole i famosi plaid.
La reazione dell’Isana si concentra tutta in due minuti, tra il 19’ e il 21’: un calcio di Butch Incerpi a sondare la reattività dell’estremo biancoblù, con annullo e ripartenza del Santorre dai 22. Stop. Poi ci pensano gli ospiti a concedere qualche fallo di squadra di troppo, e Incerpi II ne approfitta per piazzarla tra i pali. Ma il 5-3 è un accidente passeggero. L’Isana passeggia, abbastanza disunita, troppo spesso distratta e in fuori gioco, così tra il 30’ e il 35’ il Santorre passa altre due volte tutte e due grazie alla rimessa laterale più efficiente, la prima entra dritto per dritto, senza che alcuno faccia lo sgarbo di placcare, la seconda con un gioco sui trequarti al largo che consente al mediano d’apertura di segnare sulla sinistra del campo. Con nessuna trasformazione si va al riposo (per modo di dire) sul 15-3.
Gli astanti iniziano a trarre presagi infausti dal volo delle zanzare – risorte dopo l’inverno – e dalla sincronia assordante degli antifurti e delle conchiglie indonesiane, ma nessuno, nemmeno Branko, avrebbe indovinato la metamorfosi dei gialloviola da scarrafone a crisalide, né il risultato finale. Carburazione lenta o miracoli delle ramanzine di Cipolla? Altro che cappotto o collasso, il secondo tempo è tutt’altra musica, molto più punk. Il cervello è collegato alle mani e ai piedi, e ci si ricorda che i tacchetti delle scarpe non servono a fare buchi per piantare le carote, ma per correre via veloci dalle volanti come suonavano i Clash. La riscossa passa soprattutto dalla parte alta della squadra, dal numero 9 De Lise in su, che trasformano in piatti succulenti gli ingredienti sparagnini che oggi gli avanti mettono a disposizione. Il torpore viene interrotto da una prima touche rubata dopo soli tre minuti, poi è tutto un movimentismo generoso ma un po’ sterile, finché non si riorganizzano le idee e si consulta il Manuale del Rugby: a pagina 34 c’è come trarre vantaggi dagli errori degli avversari. L’Isana costringe così il Santorre a perseverare nei falli di squadra e l’arbitro sanziona: un giocatore biancoblù non lascia il capitano Canepari dopo il placcaggio, e viene ammonito. Al 13’ è tripudio e tricolori, De Lise in modalità arlecchino elettronico finta il passaggio e scivola via unto come l’Hulk Hogan dei tempi migliori, il Santorre rimane fermo, colto di sorpresa come gli zampognari del presepe dalla stella, e si spalancano discese ardite e risalite, Butch “halal” Incerpi non chiede il permesso a nessuno ed insolentemente nel più puro stile gallese azzanna lo spazio con fame di meta. 15-8.
Non importa che non sia trasformata, l’Isana c’è. Con la superiorità numerica tutto è un po’ più facile e gli animi si rianno. Stoico Calliano che alla sua prima partita non cede un palmo al tallonaggio e finisce l’incontro più basso di tre centimetri (anche per questo sarà MOM), leonino D’Argento che cerca di guidare il pack fuori dalle secche, con urla da fare invidia al mercato del pesce, tutti gli avanti si vedono di più. Ma è ancora De Lise a vestire il frac per rifornire nuovamente i trequarti: ha il la un’azione corale e partecipata, Incerpi I si trasforma nel “misericordioso”, all’ala Comoglio si apre portando via l’uomo e Incerpi II ne approfitta: è meta! Arrivano anche le congratulazioni di Napolitano, ma più importante è la trasformazione radiocomandata per sette punti fatti in casa che riportano l’incontro in perfetta parità: 15-15.
Con un quarto d’ora da giocare può succedere di tutto. Cipolla opera qualche cambio, al 30’ entra Garoglio per Sanna e più tardi anche Tapra, ma passano appena due minuti ed è l’Isana a cadere per indisciplina. Lifredi fa crollare la maul avanzante del Santorre, fallo, giallo e spinta dei dragoni che di forza portano il pack a schiacciare quasi in mezzo ai pali. L’equilibrio è rotto, a meno di dieci minuti i gialloviola sono sotto 22-15. Ma siamo nel secondo tempo, non nel primo. Così l’Isana, seppure in meno, si riporta nei 22 avversari, guadagna altri dieci metri per l’indisciplina avversaria e tenta il tutto per tutto. D’Argento fiuta la via di fuga segnalata dai led luminosi, ma non è destino, le mete oggi devono venire da dietro. Se non è rugby-champagne è almeno un rugby-bonarda, onesto e frizzante: il numero 9 dell’Isana a innescare la miccia, gli IFI (Intercambiabili Fratelli Incerpi) a tesser di spola, Bob dà man forte, Vespero serve l’accorrente Butch che ha studiato tutta la settimana i filmati di Gavin Hastings e Serge Blanco e s’immette in autostrada senza freccia ai cento all’ora sull’esempio degli estremi migliori. Bellissima azione, non altrettanto la trasformazione da posizione defilata. Cinque minuti da giocare, 20-22 per gli ospiti, e paura di assistere a scene da un film già visto.
È nell’aria l’ennesima beffa. La partita, molto corretta fino a qui, s’infiamma. Niente che non possa essere tenuto sotto controllo, per carità, ma è l’Isana a pagare il nervosismo e a chiudere con un altro giallo. Sull’avanzamento del Santorre, D’Argento entra a contatto di spalla, e l’arbitro lo sanziona. Gli ultimi tre minuti, quindi, l’Isana li gioca in tredici, ma sembra comunque non crederci più, o non avere le forze per farlo. La rimonta si ferma allora a quei 17 punti segnati in venti minuti. I progressi nel gioco sono evidenti, la parità sul campo con la terza squadra del torneo anche. Manca davvero poco, e quel poco sta equamente diviso tra attributi e materia grigia. La classifica si muove comunque in avanti di un punto: c’è da sperare però, che a forza di fare tante opere di carità, prima o poi qualcosa torni indietro. In questo campionato.
Come sempre, complimenti per l'articolo... è quel che più attendo con ansia dopo il risultato della partita!
RispondiEliminaAll'Isana: FORZA RAGAZZI... CREDETECI DI PIU'!!!
Ti sei davvero superato...Eterni Complimenti!!!
RispondiEliminaIl libro-raccolta con tutte le tue storielle non può che diventare una necessità per l'umanità intera!
Bob
Prima necessità dopo il frigo autosbrinante, però!
RispondiEliminaIt's only divertissement, ma le prossime son 4 vittorie!
martino 6 il numero 1.... qui viene fuori u bel libro con i fiocchi...cmq noi tutti ora vogliamo chiudere il campionato in bellezza con 4 vittorie.... anche se potevano essere 5 :-( forza Isana
RispondiEliminaGrande Martino bel articolo ma paragonarmi ad ’Hulk Hogan dei tempi migliori, e davvero eccessivo!!!!!!!!!!!!!ORA ESISTE SOLO UNA PAROLA VINCERE!!!!!!!!!!!
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