Tre Rose-Isana 20-12

Sotto un sole da Cayenna, l’Isana dura circa mezz’ora, a tratti sembra riuscire a sovvertire la spirale titanica degli eventi per rimettere fuori la testa dalle onde, ma alla fine cede e viene travolta più dalla propria svagatezza che dai reali meriti degli avversari.

A questo punto della stagione, s’è capito che la continuità è un problema. Non certo il fiato, gli schemi, i ruoli, ma la giusta concentrazione durante la settimana per un corretto approccio alla partita. Perché oggi non si ripete la gara di Lagnasco, ma qualcosa di sottilmente più fumoso, sprazzi di gioco e grinta, inframmezzati ad enormi buchi neri, vampate improvvise si alternano ad errori madornali, sintassi perfette a balbuzie degne dello smemorato di Collegno: ovvio che in questo bailamme le Tre Rose trovino concime fertile.

Che non sia giornata lo si capisce dal calcio d’avvio, sul quale nessuno si mette d’impegno per chiamarla e anzi, fa rumore un omertoso silenzio. Le Tre Rose, allora, passano subito in vantaggio, anche se la reazione dell’Isana non si fa attendere. Buona pressione degli avanti, placcaggio, palla rubata da Di Giulio, apertura sui trequarti e Incerpi II sgattaiola in mezzo ai pali. Il 5-7 dura, però, giusto il tempo di un sorso di birra. Le Tre Rose sfruttano l’organizzazione e molta malizia in più, le ripartenze del loro numero 8 – seppur sempre uguali – non trovano nessun ostacolo dalle terze in giù, e così dopo una touche vinta, la ripartenza dai 10 metri è una formalità e il 10-7 per i padroni di casa rimette le cose a posto.

Qui, per l’Isana, inizia la saga delle parole in campo, quasi che l’incontro sia una puntata di Porta a Porta. L’arbitro avverte i gialloviola più e più volte, finché alla mezz’ora, esasperato e rintronato, non tira fuori il cartellino giallo per Vespero. Inferiorità numerica e meta presa: 15-7 soltanto perché non riescono a trasformarne nemmeno una. L’Isana sembra presa in una costante lotta amletica: essere o non essere? Ma soprattutto, essere cosa? Incompiuta, vaga per il campo, prendendosi tre falli girati in pochi minuti, dieci metri, cotta dal sole e incapace a più riprese di concretizzare calci piazzati o mischie ai cinque che siano. In definitiva, è un primo tempo durante il quale sembra sempre che possa accadere qualcosa di buono, ma l’attesa viene costantemente frustrata.

Nel secondo tempo daje coi cambi. Dentro M. Incerpi per A. Camelin all’ala e D’Esposito per Pini in prima linea. Cambia poco purtroppo. I calci oggi non entrano, le touche cercate forzando troppo il piede si trasformano in regali per gli avversari che, restando in 14 per un sacrosanto giallo d’antigioco al numero 9, non sembrano patire più di tanto l’inferiorità numerica. Anzi. Al 20’ passano per la quarta volta approfittando di un pallone lasciato rimbalzare troppe volte sul campo. L’Isana è stordita, suonata, sbaglia anche le scelte di gioco, intestardendosi nelle soluzioni chiuse piuttosto che fruttare la disposizione dei trequarti. Anche quando va in meta, gli avversari riescono a tenere il pallone sollevato da terra. È un lento scivolare verso la fine del tempo, quasi indolore, con altri cambi (Maddalone, Crupi e Papa) che non riescono ad incidere sulla gara. E sì che basterebbe una meta trasformata per restare incollati nel punteggio e portare a casa almeno un punto di bonus difensivo. Invece la bella meta di De Lise frutta solo cinque punti, per un totale di 20-12 che muove la classifica soltanto per i monferrini.

Se la legge dei grandi numeri e delle oscillazioni costanti ha un senso, il riscatto a Chieri ci sarà, almeno nel gioco. Ma attenzione alla legge dei grandissimi numeri, che malignamente presenta il conto quando meno uno se l’aspetta. La prima vittoria fuori casa resta lì, alla portata. Gli avversari saranno gli stessi di due domeniche fa. Chiudere il campionato con una vittoria esterna, la prima della storia, darebbe un senso diverso alla stagione, e cinque vittorie son sempre meglio di quattro. Ma l’avversario più insidioso – da quello che è dato vedere – non è alle porte: serpeggia piuttosto dentro le mura dello spogliatoio.

1 commento:

  1. Pancotti ha comunque esagerato a fine partita, sarebbe meglio che si scusasse!

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