Trasferta in a La Verpilliere (Francia) 18-19 Giugno 2011

La squadra Seniores dell' Isana Rugby Club parteciperà alle celebrazioni del gemellaggio tra la cittadina piemontese di Verolengo (To), comune in cui c'e' il campo da gioco dell'Isana, e la sua controparte francese il comune di La Verpilliere.

Siamo stati invitati dal Comune di Verolengo, che ringraziamo, a partecipare alle celebrazioni in terra francese, dandoci la possibilità di giocare contro la locale squadra Avenir XV e fornendoci un mezzo per la trasferta.
In palio ci sarà l'ambito Trofeo Annibale, che speriamo di portarci a casa.

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Aggiornamento 17/06/2011
La partenza del pullman da Verolengo (coordinano Kame e Nick) e' alle 05:00 del mattino di sabato dal Comune. Usate la polo bianca per il viaggio e ricordo a tutti i baffi di ordinanza (no pizzetto, il mento deve essere spelato).
L'arrivo e' previsto alle ore 09:30, alle 12:30 barbecue gigante allo Stades des Loipes, in Rue de Picardie, e l'inizio della partita e' per le 15:30.
Alle 19:00 premiazione nella sala polivalente, alle 20 cena ed alla sera fuochi d'artificio allo stadio.
Domenica alle ore 13 pranzo ed alle 15 la cerimonia di gemellaggio. La partenza per il ritorno e' prevista alle 18:00.
P.S.:Ricordatevi il sacco a pelo!

3 commenti:

  1. Ciao ragazzi il Nonu e le sue donne volevano ringraziare tutti per il bellissimo fine settimana trascorso insieme.
    Ci scusiamo per non aver partecipato all’extra terzo tempo, quello dopo i fuochi artificiali, ma la stanchezza ha vinto la resistenza delle bambine.
    Grazie per gli ultimi due anni trascorsi in vostra compagnia che mi hanno ridato la gioia dei 20 anni ormai passati, mi scuso se non sempre sono all’altezza, se a volte ho lingua troppo lunga in campo ma l’impegno vi posso garantire è sempre stato massimo.
    Sono dispiaciuto per chi non è potuto venire, per chi non è riuscito a giocare perché infortunatosi nel riscaldamento, per chi nonostante gli infortuni è venuto comunque a soffrire con noi e per chi non se le sentita di provarci.
    Vorrei ringraziare inoltre, tutti quelli che hanno provato ad allenarsi con noi, quelli che hanno scelto di defilarsi, quelli che ci hanno creduto, quelli che mi hanno sopportato, la dirigenza che ci ha messo tempo risorse per permetterci di divertirci un anno intero quasi gratis….
    Un plauso particolare vorrei farlo a chi ci ha messo anche parti del proprio corpo, per loro il gruppo trainante di questa squadra ha il dovere morale di prepararsi al meglio per la prossima stagione, l’ultima purtroppo per me.
    Li aspettiamo con ansia, sicuri che ci metteranno più impegno di prima per dare il loro fondamentale contributo, grazie inoltre al nostro capitano morale ManuJan e al piccolo esteta che hanno fatto e faranno tanta strada per venire a divertirsi con noi.
    Grazie al Man Of The Match della trasferta France ha dimostrato di essere un uomo vero, forse non conterà molto ma vi abbraccio tutti e come ha detto mia figlia nel viaggio di ritorno, papà se proprio fortunato ad avere tanti amici così.

    Vostro con affetto Nonu…

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  2. Voulez Vous dancer avec moi? Ovvero cronache dall’altro mondo del rugby

    La trasferta dell’Isana in Francia comincia presto. Comincia con facce assonnate e giocatori che dormono contro il finestrino di un Pullman.
    Non sono neanche le sei del mattino e siamo già in viaggio, qualcuno legge, qualcuno ascolta la musica tanti non si sono nemmeno coricati la notte e cercano di recuperare gli ultimi miseri scampoli di sonno, cullati dal ritmico rombo del motore diesel che spinge qualche tonnellata di lamiera e carne verso il confine francese.

    E ce n’è tanta di carne sul pullman che viaggia in direzione Lione. Tanta quanta quella che troviamo sulle griglie al nostro arrivo. Il clima è quello delle feste, l’odore aspro delle spillatrici riempie le narici, le braci producono senza sosta.

    Non abbiamo nemmeno posato le borse che cominciano a giocare gli Old. E li si capisce che l’atmosfera di festa è destinata a non durare.

    Trenta atleti dai capelli brizzolati si sfidano su un rettangolo liscio come una tavola da biliardo, potrebbe sembrare la festosa rimpatriata di vecchie glorie locali, ma al primo placcaggio si capisce che si fa sul serio, botta durissima e fuori il primo infortunato.

    Per venti minuti gli eroi di campionati passati si sfidano ad un ritmo che spaccherebbe i polmoni di molti atleti delle serie minori italiane. Poi la benzina finisce, il ritmo torna umano, ed è quasi il nostro turno.

    Ci cambiamo e ci bendiamo, perché gli acciacchi di un’intera stagione si annullano quando scendi in campo e là, nel campo, ci vuoi stare ottanta minuti. Anche se ti tiene insieme il nastro isolante.

    Arriva il nostro momento, il momento di giocare. Ci schieriamo a centrocampo e facciamo il saluto. Ma siamo venuti fin qui con la banda di Verolengo, e il perché lo si capisce quando sentiamo risuonare quel poporopoppò di fratelli d’italia. Mano sul cuore e inno cantato per davvero. Non saremo la nazionale ma siamo rugbisti perdio! E l’inno lo si canta! Qualcuno si guarda attorno stranito, la folla applaude, qualcuno si commuove. E’ solo un’amichevole tra squadre di bassa categoria in uno sperduto paese della francia, ma ci sentiamo quasi dei giocatori veri. Per un attimo si vede tutto, lo stadio, la folla, e quel tricolore di cui oggi siamo gli araldi. La serie C e il Piemonte dei campetti spelacchiati, circondati da improbabili tifosi annoiati lasciano il posto a pensieri da grandeur. E se non fosse che lo stomaco è chiuso per la partita lo sentirei strozzarsi per l’emozione. Perfino le lacrime evaporano subito sotto il caldo sole di oggi.

    continua...

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  3. Quando si gioca però la musica cambia subito. I ritmi cadenzati e solenni degl’inni lasciano il posto a due sinfonie lontane anni luce.
    Noi suoniamo la grancassa, loro ballano tango. Le nostre sono gambe possenti ma pensanti, potrebbero spostare un iceberg, ma loro, i francesi, possono ballare sul ghiaccio.
    La palla nelle loro mani schizza come una saponetta impazzita, ma cade sempre nelle mani giuste. In punta di piedi, ballano, saltano, cambiano di direzione.
    Un arabesque e due di noi sono sviliti. Un valzer sulle punte e pure l’ultimo baluardo cede. È meta.
    Ci danniamo e placchiamo. Corriamo e mordiamo. Sembriamo cani da caccia idrofobi dietro a uno sciame di lepri che li irridono. Una finta e un riciclo. Un passaggio e un calcetto. E quell’ovale che sembra zigzagare come una mosca in un treno arriva alla stazione finale. E’ ancora meta.

    E di ballo in ballo, di passaggio in passaggio i francesi si mangiano buona parte del primo tempo.
    L’Isana sembra un pugile alle corde. Stringe la guardia sui fianchi. Serra i gomiti. E ciò nonostante arrivano i colpi. Rapidi e potenti. Capaci di tagliarti il fiato e la voglia di giocare.

    Ma come i pugili sanno trovare forze inaspettate quando sentono avvicinarsi il K.O. anche noi troviamo la forza di reagire. L’Isana pianta le gambe. Serriamo i ranghi e spingiamo. Sentiamo i tacchetti puntare il terreno e placchiamo. Esplodiamo sulle gambe e sfondiamo. Troviamo il buco.
    Il nostro capitano si invola a meta. E solo la prima. Non saranno molte. Solo quattro. Ma se giochi qui quattro pesano quaranta.

    I francesi si scuotono, tolgono il freno e riaccelerano. Noi segnamo e loro ci danno lezioni. Noi buttiamo la testa dentro e loro vanno via come puledri. Noi forziamo al centro e loro giocano largo. Punti su punti il punteggio si fisserà su un 84 a 24. che saprebbe di umiliazione. Ma solo se uno non avesse visto la partita.

    Poi è solo doccia, festa e quella voglia di stare insieme da sportivi veri. Loro, i francesi, davanti a una birra sembrano quasi uomini normali, ma prima, sul campo verde, fra due H e con un ovale c’è chi giura di avergli sentito dare del TU a Dio.

    Ci vediamo l’anno prossimo.


    Manu-Jan D'Argento

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